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Featured snippet: come ottenere la posizione zero

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Featured snippet: lo zero che vale migliaia di accessi al sito!

Per molti raggiungere la cosiddetta posizione zero rappresenta un sogno, specie se con una keyword pesante. Google ha introdotto questa possibilità ormai da qualche anno ma ancora oggi ci si chiede se ci sia un sistema per riuscire ad accaparrarsela.  I featured snippet, offrono all’utente l’informazione di cui ha bisogno all’istante, in un riquadro sintetico e pratico, almeno è questo l’intento che si prefigge.

La cosa che attira di più è che si tratta di una posizione aggiuntiva rispetto alle 10 della prima pagina, e molto spesso è l’unico modo per sopravanzare il mostro di turno che risulta impermeabile a qualsiasi strategia di ottimizzazione SEO si possa mettere in campo.

Quando si parla di posizione zero si fa riferimento alla qualità del contenuto dell’articolo, ed è li che occorre concentrarsi per fornire la risposta alla query digitata dall’utente. Ci sono molte teorie su quale sia l’alchimia giusta per andare a prendersi la posizione zero ma nella realtà dei fatti si possono solo fare delle deduzioni ed elencare delle soluzioni probabili, come vedrai più avanti in questo articolo.

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La posizione zero è una risposta organizzata e sintetica

Si nota spesso che i featured snippet non corrispondano alla prima posizione della SERP, con tutta probabilità Google ha evitato la sovrapposizione tra snippet e prima posizione. Questo particolare rende la posizione zero ancora più interessante ed ambita, poiché si sa che il primo della lista di solito assorbe da solo più del 30% dei click, mentre i primi 3 arrivano a coprire oltre il 60%.

Ad onor del vero alcuni sostengono che la featured snippet faccia perdere dei contatti, questa teoria appare singolare ma se ci pensiamo bene può avere un fondamento solo in alcuni casi specifici. Se il riquadro che raccoglie le informazioni più utili all’utente è fatto particolarmente bene, l’utente potrebbe non avere più la necessità di entrare nella specifica pagina web, ed attingere a ciò che gli serve leggendolo semplicemente nel box. Tutto questo solo in teoria.

Ciò che si può dire è che l’algoritmo di Google riesce a rintracciare una risposta precisa e limitata a 315 caratteri massimo. Potrebbe sembrare allora che basterebbe fare un riquadro sintetico, ma non è così. Il paragrafo da cui è tratto lo snippet è più lungo, avviene quindi un taglio e ciò rende l’analisi delle ricorrenze abbastanza difficoltosa.

Il titolo contiene le parole per aggiudicarsi il featured snippet

Molte featured snippet saltano fuori da titoli in H1 o in H2 a seguito di una spiegazione già annunciata nel testo. È il caso delle frasi che iniziano con: “come creare un blog“. In altri casi invece questa regola viene disattesa come in: “app per guardare anime“. Se hai lanciato le due ricerche su Google ti sarai accorto di un elemento comune: gli elenchi, numerati o puntati. Si può quindi affermare che fornire una risposta per elenchi è senz’altro un punto a favore, anche se non spiega tutte le casistiche.

Con questo suggerimento la posizione zero è più vicina, ma non è finita qui. L’elenco puntato potrebbe essere stato assemblato direttamente da Google, che ha preso i vari titoli in H2 e li ha elencati. La frase di lancio invece è il primo titolo in H2 (o in H1) che ripete la keyword con un’aggiunta.

Se volessimo sintetizzare il più possibile sembra che ogni H2 deve fornire un pezzo della risposta annunciata dal primo H2 o H1. Per cui usare dei titoli secchi aiuta a farsi riconoscere come il più chiaro di tutti. Inserire un elenco interno non è una garanzia perché prevale la chiarezza dei titoli sopra ogni cosa.

A seconda del settore c’è un diverso comportamento. Se parliamo di ricette, il featured snippet mostra titolo e riquadro sintetico su come si svolge la ricetta.

Quando abbiamo un post non performante quanto si vorrebbe, e a quella query risponde già una posizione zero, potrebbe valere la pena svolgere degli esperimenti e impostare il post per H2 stringati che contemplino la risposta sintetica.

Troviamo sempre una foto in alto a sinistra che è la foto impostata in testa al post, anche questo potrebbe aiutare.

La gloria non è eterna almeno sul web

All’inizio di questo articolo si è fatto riferimento al sogno di raggiungere l’agognata posizione zero, alcuni indizi sono emersi e probabilmente qualche lampadina si è accesa. Vale la pena ribadire un concetto già espresso per qualificarlo ancora di più. A Google piace la risposta secca che è organizzata o si può facilmente organizzare per punti.

Nel testo vengono presi sovente i titoli H1 e H2 e pare che li ci sia contenuta la risposta che cerca l’utente. C’è un comportamento diverso della featured snipped a seconda dei settori dove appare. Su queste basi è utile pensare in termini di esperimenti su keyword già posizionate ma non produttive nella SERP. Obiettivamente non mi è mai capitato di vedere siti in posizione zero che non fossero già in prima pagina. Spesso riguardano la posizione 3 o 4 ma non è una regola.

Se hai una prima posizione è meglio non toccare l’articolo poiché è improbabile raggiungere la posizione zero e ciò non determinerebbe probabilmente un vantaggio in termini di visite.

La posizione zero è vantaggiosa e si notano incrementi nelle visite, ma vale la pena mettere in guardia sulla volatilità di questa posizione. Come si è arrivati a quella posizione così si potrebbe perderla in tempi non quantificabili ma potenzialmente brevi. Sta tutto ai nostri avversari che potrebbe attuare la stessa strategia e risultare migliori agli occhi di Google.

Molti SEO Specialist premono per ottenere costanza di piazzamento. La posizione nel riquadro è un po’ come un trofeo e lo si mostra nelle web agency che hanno avuto la bravura di raggiungerla. Gli indizi di ottimizzazione sono diversi ma non possono essere schematizzati. Il sospetto è che Google stesso compia esperimenti nella ricerca del perfezionamento del meccanismo che porta sia alla selezione che alla costruzione del box.

Giuseppe Barbagallo
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