Invece di chiedere, dai. È il modo più sicuro per ricevere, anche nel Digital

Invece di chiedere, dai. È il modo più sicuro per ricevere, anche nel Digital

Tempo di lettura stimato: 3 minuti

“Dona quello che hai per meritare di ricevere quello che ti manca”, diceva Sant’Agostino. E non aveva affatto torto.

Anzi, sono sicuro che, se fosse vissuto ai tempi nostri e si fosse occupato di Digital Marketing, avrebbe trovato numerose conferme del suo pensiero anche all’interno di un settore come questo, governato perlopiù dai numeri.

Il fatto è che, se desideriamo ricevere ascolto, attenzione o anche solo un minimo di considerazione, la cosa migliore che possiamo fare è prendere coraggio e compiere noi stessi il primo passo, ovvero essere i primi a dare.

Così facendo, infatti, chi si troverà a ricevere sarà automaticamente portato ad ascoltarci, se non addirittura a pareggiare i conti, cercando lui stesso un modo congruo per contraccambiare.

Attenzione, però: questo non succede sempre. Non tutti quelli a cui daremo qualcosa vorranno essere riconoscenti. Alcuni, magari, si limiteranno a ringraziare e prendere ciò che abbiano dato loro; altri, invece, faranno finta di niente.

Il bello del fatto di dare, però, è anche questo, perché ti aiuta a capire chi è sensibile alla reciprocità e chi no. Cosa molto importante, specie se si sta valutando la possibilità di dare vita a collaborazioni professionali o partnership.

Torniamo, però, alla situazione migliore di tutte, ovvero quella in cui, dopo aver dato, chi è dall’altra parte è così grato per ciò che ha ricevuto da voler assolutamente contraccambiare.

A me è capitato di trovarmi in una situazione del genere alcune settimane fa e in questo articolo voglio raccontarvi cosa ho ottenuto dando per primo e mostrandomi disponibile a continuare a dare.

Da un piccolo gesto puoi ottenere molto di più di quanto immagini

Verso la fine di febbraio, un periodo per me piuttosto turbolento, sono incappato in un nuovo e curioso strumento online che ha subito catturato la mia attenzione e che, se avessi potuto adottarlo, avrebbe significativamente migliorato la mia attività di Content Curation.

Peccato solo per due enormi problemi: il prezzo, assolutamente fuori dalla mia portata, e la significativa quantità di bug che avevo riscontrato durante la fase di test. Bug, questi, che erano palesemente sfuggiti e che inficiavano le performance di questo interessantissimo tool.

Ripresomi dalla vena di sconforto dovuta a quanto appena scoperto, ho quindi deciso di fare una cosa: di inviare una mail allo sviluppatore, in modo tale che prendesse coscienza dei problemi tecnici da me riscontrati.

Una volta completata la lista dei bug, a questa ho aggiunto il fatto che, se tali problemi fossero stati corretti, avrei avuto piacere di scrivere del suo prodotto sul mio blog, in quanto lo ritenevo estremamente utile e ben fatto.

Trascorse alcune ore, la mail di risposta del giovane sviluppatore mi ha lasciato a bocca aperta…

Il tipo, infatti, non solo mi ha ringraziato per avergli segnalato i bug di cui sopra, ma ha anche aggiunto che, se avessi parlato della sua creatura sul mio blog, mi avrebbe consentito di utilizzarla gratuitamente a vita.

Insomma, ora che i bug erano stati corretti, avevo non solo la possibilità di pubblicare un bell’articolo, ma anche quella di potermi dotare di uno strumento che, per questioni di costo, non mi sarei mai potuto permettere.

Se ci pensate, tutto è nato dallo spunto di dare, di essere d’aiuto, di voler contribuire al miglioramento di un prodotto nel quale avevo riscontrato un certo valore, ma senza per questo aspettarmi nulla in cambio. O comunque nulla che fosse paragonabile all’accesso illimitato e gratuito alla piattaforma per il resto della vita.

Eppure è quello che è successo. Ed è successo perché ho incontrato una persona sensibile alla reciprocità.

No alle piattole, sì agli spunti positivi

L’appello che voglio rivolgere a coloro che hanno bisogno di visibilità, attenzione o ascolto – come quelli che: “Oh, ho fatto er sito novo. Che te va de daje un’occhiata?” oppure: “Oh, ho scritto un libro. Che te va de leggelo e poi me fai sapè?” – è quello di non mettersi a tirare per la giacchetta la vittima designata, ma di essere i primi a dare.

Il tempo è una risorsa limitata per tutti. L’attenzione è una cosa che va guadagnata. E non c’è niente di più controproducente e sbagliato dell’atteggiarsi a piattola quando si desidera ottenere l’interesse di qualcuno.

Se veramente volete ricevere, siate i primi a dare. Se saprete farlo nel modo giusto, otterrete ciò di cui avete bisogno, dando vita a un rapporto piacevole basato sullo scambio reciproco.

Alla prossima!

Simone Bennati
Seguimi
2 Commenti
  • Giuseppe Lazzarini
    Rispondi
    Posted at 1:16, 30 Aprile 2018

    Bell’articolo! Bravo!

Lascia un commento...

Commento
Nome
Email
Sito web

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.