Messenger Rooms o Google Meet

Il nuovo derby è in videoconferenza: Messenger Rooms vs Google Meet

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Ho imparato anni fa, sulla mia pelle di utilizzatore e consumatore, le dure leggi che decretano il successo dei servizi digitali.

Grazie alla videochiamata.

Perché le novità sono tutte un wow, che figo! ma spesso rischiano di rivelarsi delle cantonate immani.

Quando lasciai il porto sicuro dei cellulari Nokia il tradimento avvenne con il famoso videofonino dell’allora neonato operatore 3.

L’effetto wow svanì però in un paio di giorni. E a frenare l’entusiasmo non fu la qualità del servizio.

A condannare al declino la funzione di videochiamata furono i suoi costi e, soprattutto, il fatto che potevo usarla con al massimo 5 dei miei contatti e che con costoro non avevo nulla da dire, figuriamoci da mostrare.

Così capii che a decretare l’ascesa o il declino di un prodotto è il tempo. Bisogna essere al posto giusto, ma soprattutto al momento giusto.

Zoom: ascesa e declino?

Tutta questa premessa era per parlare di Zoom, la piattaforma per le videoconferenze che ha avuto una rapida ascesa grazie alla pandemia che sta modificando le nostre abitudini di consumo.

In un periodo in cui le videocall sono più utilizzate dei pantaloni, questa piattaforma ha riscosso un notevole successo perché utilissima per le riunioni di lavoro, per la didattica a distanza o semplicemente per restare in contatto con gli amici.

L’ascesa vertiginosa di Zoom è avvenuta nonostante i problemi con la privacy e gli attacchi subiti, ma ora giunge al banco di prova più arduo.

Che è quel momento in cui ti giri e Mark Zuckerberg ti sta comprando o copiando.

Ed è anche quando, nello stesso istante, pure Google sta cercando di infilarsi nella tua quota di utenti e di mercato.

Insomma, per Zoom è l’ora della verità: diventerà un’app matura e consolidata o la ricorderemo l’ennesima meteora fagocitata dai colossi del web.

Il nuovo capitolo del risiko del web

Agli albori del web ogni nuova app cercava di essere un unicorno, cioè una creatura nuova e differente dalle altre. Misteriosa e accattivante.

Poi le logiche del business hanno dato il via a un copia-incolla senza precedenti.

Hai gli hashtag? Belli, domani li inserisco pure io. #rosica

Hai un’app carina dove pubblicare foto in stile polaroid? Aspetta che ti compro.

Hai un’app carina con le stories e non me la vendi? Aspetta che metto le stories dentro le 7/8 piattaforme mie.

E se da un lato con queste strategie Facebook ha creato un ecosistema utilizzato da 3 miliardi di persone, dall’altra abbiamo il padrone delle SERP.

Google negli anni ha creato una selva di servizi utilissimi e ha più volte tentato di insidiare il dominio social di Zuckerberg, per ora senza successo.

Adesso, ogni volta che c’è un unicorno da soggiogare o cavalcare, la corsa per imbrigliarlo contrappone nuovamente i due player rivali.

L’ultima sfida è sul terreno delle videoconferenze, tra Messenger Rooms e Google Meet.

Vediamo le principali caratteristiche dei due servizi.

Messenger Rooms, le stanze di Facebook

Da questo lato del ring c’è Facebook, che ha introdotto le Rooms.

Piazzati in bella mostra, addirittura sopra le storie, i nuovi pulsanti permettono di far partire delle videochiamate individuali o di gruppo, con fino a 50 partecipanti. E si può partecipare anche se non si ha un account Facebook.

Inoltre da Menlo Park hanno annunciato che le Rooms di Facebook saranno utilizzabili da tutte le piattaforme del gruppo: anche Whatsapp e Instagram avranno la medesima funzione. Che sia il primo passo di una strategia per far convergere tutte le app della scuderia?

Google Meet, lo Skype di Google

A Palo Alto però non sono rimasti a guardare. Google da anni possiede Hangouts, il suo programma per chat e call.

Nella sua G Suite poi c’è Hangouts Meet, con funzioni simili e che di recente è stata rinominata come Meet.

Adesso quest’ultimo servizio è stato offerto gratuitamente a tutti: è possibile infatti creare videocall con fino a 100 partecipanti.

Da ottobre però la versione gratuita avrà un limite di 60 minuti per ciascun meeting.

Inoltre Meet è accessibile soltanto se si è loggati col proprio account Google.

Google ha poi annunciato che unificherà i suoi servizi: presto Hangouts sarà unita a Meet, per poter offrire un unico e migliore servizio.

Alla fine arriva Skype

Ma tra i due litiganti, un’altra preoccupazione per Zoom arriva da Microsoft.

L’azienda negli ultimi anni ha esteso i suoi feudi virtuali, con meno clamore ma con colpi ad effetto come l’acquisizione di Linkedin.

Ma uno degli acquisti di Microsoft è stato proprio Skype, tra i primi servizi ad offrire le videochiamate gratuite.

E di recente, per recuperare terreno su Zoom e rientrare in gioco, Skype ha esteso la possibilità di usufruire delle sue call anche a chi non ha un account.

And the winner is…

In attesa di capire se a fine pandemia avremo ancora un bisogno massivo delle videocall, abbiamo adesso quattro validi competitor a contendersi questa parte del web.

Probabilmente nessuno avrà la meglio in questa sfida e i vari servizi andranno a completare la vasta offerta dei tre player principali, mentre Zoom è chiamato a resistere all’assalto.

Intanto però il vero vincitore è l’utente finale, che ha maggiori risorse gratuite a disposizione.

Rocco Iannalfo
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