
Luoghi comuni ed errori, ecco i limiti dell’e-commerce in Italia
Gli argomenti del post
A livello mondiale l’e-commerce si sta espandendo a ritmi sempre più forti, anche in mercati emergenti come la Cina: nel solo 2016, il commercio elettronico mondiale ha sfiorato i 2 mila miliardi di dollari, e un colosso come Alibaba, localizzato proprio nel Paese asiatico, evade ogni giorno 150 milioni di spedizioni. Una somma che, rapportata al contesto europeo, equivale alla spesa che potrebbero fare tutti i cittadini francesi e tedeschi riuniti.
Il boom di Amazon e Alibaba
Se Alibaba sta facendo registrare performance da record – in senso letterale: il fondatore del gruppo, Jack Ma, è entrato nel Guinness dei Primati perché è riuscito a guadagnare circa 3 miliardi di dollari in poche ore, grazie a uno straordinario balzo del titolo in Borsa – l’altro pilastro dello shopping online, in chiave Stelle e Strisce, non sta certo a guardare. Anche Amazon infatti continua a imporsi in tutto il mondo e anche in Italia, come testimoniano i trend di vendita dell’ultimo Black Friday, in cui l’azienda ha totalizzato oltre 2 milioni di prodotti soltanto lungo lo Stivale.
Poca Italia nell’e-commerce
Eppure, nel nostro Paese il ritmo di crescita continua a non essere all’altezza delle performance degli altri Stati, e più in generale l’e-commerce in Italia è ancora piuttosto limitato. Per fare solo un esempio, nel Vecchio Continente il volume globale delle vendite online ha raggiunto nel 2017 i 510 miliardi di euro, ma l’Italia contribuisce “solo” con 23, 6 miliardi di euro, nonostante un incremento di 17 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Piccoli segnali di crescita
Insomma, la crescita procede, ma non ai ritmi che era forse lecito attendersi; segnali positivi comunque ci sono, come quelli evidenziati lo scorso autunno, in occasione dello sciopero dei corrieri dello storico spedizioniere SDA che ha bloccato oltre 70 mila pacchi: ebbene, circa un terzo di questi era costituito proprio da prodotti acquistati online in attesa di consegna.
Le imprese non sbarcano online
Ma quali sono i limiti e gli ostacoli che stanno bloccando la diffusione dell’e-commerce nel nostro Paese? Secondo un’analisi eseguita dall’osservatorio Mpi di Confartigianato Lombardia, il primo fattore critico è la scarsa attenzione che le imprese italiane destinano alle attività sul Web, e in modo particolare l’assenza da parte delle piccole e medie aziende, che rappresentano la parte più consistente della nostra economia. Per quanto possa apparire assurdo, solo 7 imprese su 10 in Italia possiede un sito Web, mentre la media europea sfiora l’80 per cento.
Gli errori delle aziende
Errori anche nelle scelte strategiche degli imprenditori, che solo in 17 casi su 100 si affidano ai servizi di personale specializzato, mentre nella assoluta maggioranza dei casi restano convinti di potere sfruttare solo i canali tradizionali del commercio, limitandosi a improvvisare al momento dello sbarco in Rete. Lo dimostra anche il fatto che solo il 37 per cento delle aziende italiane ha attivato anche una pagina sui social oltre al portale, un canale di comunicazione e interazione che oggi è fondamentale.
Diffidenza e limiti
Incrociando questi dati con quelli più generali del “consumo” di Internet in Italia – che parlano di una navigazione che è quotidiana solo per il 69 per cento della popolazione (contro la media Ocse che è dell’84 per cento) e di una quota di un italiano su tre che ha fatto shopping online nel 2016 (anche qui la media Ocse è molto più alta, superando il 52 per cento) – si delinea un quadro di diffidenza verso la tecnologia, che si lega a filo stretto (anche) con le difficoltà tecniche e infrastrutturali.
Superare il digital divide
Non bisogna dimenticare infatti che il nostro Paese non ha ancora completato del tutto la cablatura del proprio territorio, con molte zone che restano escluse dalla Rete e vivono una nuova fase di digital divide. Qualcosa si sta muovendo in questa direzione, comunque, grazie anche alle mosse di operatori privati come Eolo: guardando la mappa della copertura Adsl fornita dal principale provider nazionale di connessione wireless via radio, si scopre che il servizio raggiunge ormai tutto il Nord e Centro Italia, compresi i piccoli Comuni che non sono coperti dalle infrastrutture tradizionali.
Giuseppe Barbagallo
Latest posts by Giuseppe Barbagallo (see all)
- Aumenta le vendite con il remarketing dinamico Google Ads - 8 Novembre 2019
- Guida ai migliori programmi di affiliazione italiani e mondiali - 27 Dicembre 2018
- Cos’è e come funziona l’ottimizzazione SEO - 3 Dicembre 2018
Giuseppe Lazzarini
RO.PO. Research online, purchase offline
Giuseppe Barbagallo
Si è così, ma almeno nei giovani e nelle persone più portate agli acquisti online, il fenomeno è inverso.