7 domande che devi porti PRIMA di cominciare a fare Personal Branding

7 domande che devi porti PRIMA di cominciare a fare Personal Branding

Tempo di lettura stimato: 3 minuti

Succede sempre così, che un giorno ti svegli e decidi che devi fare Personal Branding.

Perché sì. Perché sei stanco di dover cercare sempre nuovi clienti e vuoi che siano loro a trovare te. Perché hai capito che avere delle competenze non è più sufficiente per risultare appetibili, ma bisogna comunicare e cercare di essere coinvolgenti. Perché “oh, se Montemagno c’hai fatto i soldi, allora ce li posso fa pur’io… Checcazzo!”.

E quindi sì, sei ultraconvinto che devi per forza fare Personal Branding. E devi iniziare a farlo già da domani.

Ti metti al PC, apri il profilo LinkedIn, quello di Facebook e ogni giorno dedichi 5 minuti alla condivisione di qualcosa. Un pensiero, un’idea, un articolo che t’è piaciuto o anche un semplice sfogo, se la situazione lo consente.

Insomma, da domani cominci a fare Personal Branding. Ma per davvero!

E però c’è un problema…

Un problema che non avevi messo in conto e che, nel momento in cui lo realizzi, fa crollare tutti i tuoi sogni di gloria.

Neanche il tempo di poggiare le mani sulla tastiera che tu, professionista rampante pronto a conquistare le folle a colpi di citazioni visionarie e discorsi motivazionali, capisci che, in fondo in fondo, non hai un cazzo da dire.

Ma proprio niente, eh. Roba che fissi il monitor per 20 minuti in attesa dell’ispirazione e le uniche cose a cui riesci a pensare sono le tette (per ben 3 volte) e quel maledetto abbonamento alla palestra che, se potessi tornare indietro…

Arrivato a questo punto, puoi fare solo due cose:

  • Tornare ad allineare dolcetti su Candy Crush Saga
  • Porti le 7 domande che troverai in questo articolo e che ti aiuteranno a capire se sei veramente pronto per fare Personal Branding oppure no

Secondo te quale delle due è meglio?

Chi siete? Cosa fate? Cosa portate? Sì, ma quanti siete? Un fiorino!

Lascia che ti sveli un segreto: sono molte le persone ansiose di definire la loro identità online con le quali ho parlato negli ultimi giorni. Tra queste ci sono imprenditori, liberi professionisti, artisti… Un po’ di tutto, insomma.

Tutta gente estremamente valida e preparata. La quale, però, era accomunata da un elemento tutt’altro che positivo: la voglia di cominciare a fare Personal Branding senza avere un piano. Andando all’arrembaggio, insomma. Come se costruire la propria immagine online sia una cosa che si può fare in modo naif.

E invece no. Non è così che funziona.

Ci sono almeno 7 domande che chiunque desideri approcciare al Personal Branding dovrebbe porsi. E dovrebbe farlo PRIMA di mettere mano alla tastiera. Altrimenti si rischia di finire con lo scrivere e condividere inutili cazzate.

Premesso che non c’è alcuno studio scientifico dietro alla formulazione di tali domande, ma solo ciò che mi hanno insegnato 10 anni e più di permanenza sui Social Network, esse sono:

  1. Cos’è che mi rende unico rispetto agli altri?
  2. Qual è il messaggio che voglio fare arrivare a chi mi segue?
  3. Cos’ho da offrire e perché dovrebbe avere qualche valore per chi mi ascolta?
  4. Quali risorse online (social e non) posso e voglio coinvolgere nella mia attività di Personal Branding?
  5. Sono in grado di fare tutto da solo? O magari è meglio se chiedo aiuto a qualcuno più esperto di me?
  6. Pensando alle attività che quotidianamente mi tengono occupato, come il lavoro e la famiglia, che tipo di impegno sono in grado di garantire?
  7. Quali risultati mi aspetto da questo progetto e quanto sono disposto ad attenderli?

Ecco, basterebbe riflettere su questi 7 punti per capire se a spingerci verso il Personal Branding è solo un capriccio momentaneo, magari dettato da un periodo di down o di noia, oppure un desiderio concreto.

Il Personal Branding non è un passatempo e va affrontato con la necessaria consapevolezza.

Alla prossima!

Simone Bennati
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