autorevolezza di un sito web e la credibilità del suo autore

Autorevolezza di un sito web e credibilità del suo autore

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Come si quantifica la credibilità di un sito web e l’affidabilità del suo autore?

Ringrazio Giuseppe che, per amicizia, mi ha dato la possibilità di inserire un piccolo contributo sul suo sito molto curato.

Qui troverai alcuni appunti che ho buttato giù in base all’osservazione dei siti di cui mi sono occupata recentemente e che hanno avuto più successo, sulla credibilità data dai loro contenuti e dalla buona reputazione degli autori. Premetto che sono criteri generali e non mi riferisco alle varie sigle di stima dei tool o parametri di Google.

Mi sono ispirata alla tavola Periodica della SEO, ai libri studiati finora e anche ad esperimenti fatti, del tutto empirici, perché la SEO è una materia a base statistica, ma con una forte componente “plastica e organica” cioè in continua evoluzione e a grandi tratti sconosciuta.

Alla base della misurazione della qualità di un sito e dominio, ci sono le euristiche, ovvero algoritmi che vengono usati anche in matematica, facenti parte del corpus misterioso di Google. Sono delle formule matematiche che servono a verificare la qualità del sito. Sono delle regole che spesso, però, vengono scoperte e quindi raggirate facilmente.

Dall’Authorship ai contenuti originali

Una volta, circa quattro anni fa, si parlava di Authorship: bastava avere un profilo Google Plus e associarlo al sito e ai contenuti pubblicati. Il motore di ricerca, secondo me, considera ancora importante questo fattore, in quanto utile principalmente per vedere quanti followers ha un determinato autore. Guarda in particolar modo le conseguenti menzioni e condivisioni non solo su Google+ che, passata la moda, nel frattempo è diventato deserto, ma setaccia il web alla ricerca di opinioni sull’autore e ovviamente vuol vedere chi sono gli autori delle recensioni.

La buona fama dell’autore è costruita nel tempo dalla scrittura sul sito di contenuti originali. Essere stimati da Google è un processo lento e basta un passo falso per pregiudicare il tutto: per esempio, basta un solo articolo  copiato o di natura pubblicitaria e Google non perdona. Di colpo, si perde la buona reputazione.

L’unione fa il valore: a volte un autore può scrivere su più blog giornalistici che non sono di sua proprietà. Se è autorevole e i suoi colleghi giornalisti hanno buona reputazione, la testata giornalistica ha una valenza agli occhi di Google molto superiore rispetto al sito di un autore solo.

testi devono essere freschi e aggiornati anche costantemente (pur se ci sono diverse correnti di pensiero su questo, in quanto alcuni dicono di non variarli). Le foto è meglio che siano originali; bisogna essere anche un po’ creativi nel proporre agli utenti contenuti diversi e non noiosi, se possibile.

La nostra società ci ha imposto dei ritmi di vita frenetici, quindi non abbiamo tempo di rispondere a tutti gli input che soprattutto internet ci propone. In qualunque settore, se proponiamo spesso contenuti nuovi, si entra in maniera dinamica nella vita delle persone, creando una specie di ponte tra noi e loro, a volte inconscio e a volte commerciale, ma anche culturale.

Sul discorso dei testi copiati, purtroppo, conosco dei colleghi copywriter che hanno subito il plagio dei contenuti e siti magari autorevoli che ospitano tuttora contenuti copiati e non sono stati penalizzati. Mi spiace fare questa osservazione ma, a volte, è tipico degli italiani fare i furbi: nei paesi del Nord Europa, così come negli Stati Uniti, questo sarebbe inaccettabile. Tante volte basta chiedere anche una semplice collaborazione.

Fanno eccezione ovviamente le normative sulla Privacy e sui Cookie che vedo spesso copiate senza problemi. Esiste comunque tutta una serie di aspetti della dinamica di Google che riguardano i contenuti duplicati e di questo argomento ne parlerò nel mio blog SEOEtica nei prossimi mesi.

In ogni caso, un sito va tenuto aggiornato e rinfrescato nei contenuti quasi quotidianamente: questo faciliterà il ritorno dei visitatori sempre alla ricerca di nuove risorse o anche per semplice curiosità. Lo percepiranno come un portale ricco di nozioni in divenire e non statico (noioso).

Le Sacre Scritture e l’autorevolezza di un sito

Ho notato facendo degli esperimenti che, almeno in Italia, la Chiesa ha un grande valore. Questa millenaria istituzione è molto apprezzata e, se riusciamo in qualche modo a correlare un argomento religioso al topic del nostro sito, inserendo un articolo con testi sacri o una piccola recensione sul tema, cresce subito agli occhi di Google l’autorevolezza del sito.

In particolar modo, ricordo che su un sito di moda scrissi un articolo sulla tradizione delle donne nella storia della Chiesa, che consiste nell’indossare il velo nei luoghi di culto e nell’uso di esso anche fuori da questi edifici, soprattutto nel Sud Italia, in Spagna e Grecia. Era un sito fatto con jimdo e mi prese subito 5 punti di Domain Authority (Moz).

Pochi testi, ma di grande valore

Ricordo, come dice Francesco Margherita nel Manuale di SEO Gardening, che Google associa! Se parlo di diritti umani e di cose in generale buone per la società e per gli utenti, il motore di ricerca mi dà risalto perché mi associa a loro (ovviamente parliamo di contenuti di qualità e quindi NON di siti web con contenuti scarsi (o copiati) ed infarciti di parole chiave). Per non parlare delle menzioni (che si basano sullo stesso principio).

Ecco un esempio: sono un pittore sconosciuto? Se menziono, un pittore famoso (ovviamente, ne devo parlare bene) ci guadagno più io di lui.  Però, non è sempre legale menzionare un concorrente, anche parlandone bene: se cerchi su Google, troverai diverse sentenze aperte a riguardo. Chiedi ai più esperti. Nella SEO esiste tanta superficialità e le cose vengono fatte troppo facili a volte.

Sito curato: no broken link ed errori grammaticali

Un sito che presenta link rotti nelle pagine interne non si presenta bene agli occhi di Google. Dà al motore di ricerca l’idea di non essere aggiornato spesso. Lo stesso vale anche i link di url cancellate, spostate, etc. o gli errori 404 su cui non è stato fatto il redirect.

Persino scrivere facendo errori di sintassi o grammaticali può procurarci una pessima reputazione. A volte, si copia da siti stranieri e viene applicata la traduzione automatica e per questo ci sono errori grammaticali nel testo. Quindi, pur se abbiamo poco tempo a disposizione, dovremo cercare di essere scrupolosi nella rilettura degli articoli.

Ragione sociale e coordinate per contatti

Questi dati è meglio che siano fruibili nel footer per tranquillizzare gli utenti o i consumatori, soprattutto in un e-commerce. Si possono mettere anche nelle pagine interne, ma nella home e nel footer risaltano subito all’occhio.

L’estensione del dominio

Il top dei top sono le estensioni .edu delle Università o .gov dei governi. Sono un fiore all’occhiello per Google dal punto di vista della qualità: sono Università o Governi! Invece, .com e .it. hanno lo stesso valore. Le .org non sono più ragguardevoli, perché non è detto che chi registra un’estensione .org sia una associazione no profit: potrebbe essere chiunque!

Link provenienti da siti esterni

Meglio pochi e di qualità, che centinaia di link provenienti da pochi siti. Quest’ultima situazione dà l’idea dei link spam, link spazzatura facenti parti di schema di link in arrivo magari da siti con pochi visite, che possono essere reti private e/o pericolose.

Pubblicità nelle pagine e negli articoli: il cosi detto Advertising

Non se ne può più. Cioè, io posso capire che un sito vive sulla pubblicità. Anzi, lo ammiro perché vuol dire che ha fatto un ottimo lavoro di posizionamento e ha molte visite. Pensiamo a Salvatore Aranzulla. I suoi articoli riesco a leggerli agevolmente, soprattutto dal mio cellulare. Ci sono dei siti invece che, onestamente, non sono navigabili ed è giusto che Google li declassi.

E poi un’altra cosa, io navigo su blog di informazione anche considerati seri. Ci sono a volte degli episodi di cronaca nera, dove si parla di gente che ha perso i figli magari in incidenti: ecco, trovo inaccettabile che vi sia tra un pezzo di testo e l’altro la pubblicità di una macchina di lusso o di una crema anti-cellulite.

E spesso, per chiudere i banner della pubblicità, ci sono delle croci X in alto a destra cosi piccole che giocoforza il polpastrello sfiorandole, invece di chiudere il banner, ti fa reindirizzare a tuo malgrado al sito pubblicizzato.

Per concludere, credo che un sito per avere successo e mostrare autorevolezza debba presentare questi requisiti

  • Proporre pagine semplici e snelle ed essere anche veloce;
  • Avere dei bei contenuti originali, scritti in italiano semplice. Non importa sempre seguire le parole chiave: Google da un punteggio al sito in base alla qualità complessiva dei contenuti e come rispondono alle necessità dell’utente;
  • Tenere in ordine e sotto controllo gli url tramite la Search Console;
  • Avere una strategia: cosa si vuol dire a Google e alla gente?
  • Ma la cosa più importante è la serietà, la rettitudine morale di un autore che non è mai disgiunta dal suo sito e dai suoi contenuti: sono il riflesso della sua personalità.

Queste sono delle sane linee guida a cui mi ispiro. E tu cosa ne pensi? Commenta questo articolo con le tue idee!

Giovanna Barbieri

Liberamente tratto dalla Tavola Periodica degli Elementi SEO e da esperienze su domini.

Giuseppe Barbagallo
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