5 consigli per l’analisi dei competitor organici
Il posizionamento organico è un risultato che molti mirano a ottenere, proprio perché il sito web di un’attività è probabilmente la piattaforma che più racconta il brand. È raro infatti che una qualsiasi identità online, informativa o commerciale che sia, non abbia un proprio sito dove raccoglie e organizza i contenti, pur utilizzando molti altri canali di promozione online.
L’analisi dei concorrenti è tra i primissimi passaggi da affrontare, prima ancora di iniziare operativamente un’attività online, mirata a dar vita a una strategia di marketing che tiene conto del panorama con cui deve necessariamente confrontarsi. Il posizionamento organico non fa eccezione.
Di norma questo tipo di analisi richiede delle competenze specifiche che non sono delegabili se non a professionisti del marketing digitale, che con il loro excursus e la loro creatività danno vita a una ricetta vestita su un determinato business.
Ci sono tuttavia degli aspetti di primo livello che possiamo valutare in modo immediato e autonomo per trarre spunti costruttivi da applicare ai nostri progetti. Studiando la SERP, ovvero la pagina dei risultati di ricerca dove sono già posizionati i tuoi concorrenti, ci sono sempre elementi interessanti che vengono riscontrati e valutari diversamente ogni volta che un nuovo professionista li osserva.
Analisi dei competitor organici: 5 consigli utili
In questo articolo ti fornirò 5 consigli per l’analisi dei competitor organici, sia da considerare in modo oggettivo nella SERP sia da valutare offline. Il presupposto è che tu abbia già una parola chiave nel tuo piano strategico, in modo da poter mettere in pratica quanto stai per leggere.
- Distinguiti nel Titolo che usi in SERP;
- Considera il Mobile e i Gesti;
- Controlla la Popolarità del Titolare o Autore;
- Sii meno Replicabile possibile;
- Verifica URL e Struttura;
#1 Distinguiti nel Titolo che usi in SERP
Non starò qui a dirti per l’ennesima volta quanto sia importante il Title della pagina che vuoi posizionare, se ne parla da decenni. Mi limiterò a dirti di guardare i Title dei tuoi concorrenti e costruire il tuo in modo divergente. Per esempio, in percezione degli utenti per i quali la tua pagina è stata creata, potresti inserire un numero di telefono per farti contattare o una domanda accattivante per provocare il click, o ancora cambiare il sentiment di quella ricerca con una frase a effetto.
› Per approfondire: Blog: i titoli che catturano i click
L’importante è non fare uguale agli altri e dare un minimo di informazioni che siano interessanti per quel tipo di utenti.
Es. (Corso di Inglese) “Parlare inglese in soli 3 mesi? Si può, con il nostro Corso online!”
Un Title di questo genere si allinea al raggiungimento dell’obiettivo (“Parlare Inglese”), fornisce delle tempistiche alla soluzione (“3 mesi”) e rassicura l’utente (“Si può..”)
Ricorda che ovviamente il Title non basta a dare una percezione reale di ciò che stiamo comunicando, bisogna lavorare anche nella descrizione e utilizzare lo stesso criterio di cui ti ho parlato poco fa: distinguersi e fornire parametri reali a pubblico in target.
#2 Considera il Mobile e i Gesti
Sembra impossibile, eppure molti addetti ai lavori ancora non hanno preso l’abitudine di guardare il loro sito da mobile, soprattutto non guardano quello dei concorrenti in tal senso. Oggi più che mai con il rollout del Mobile First Index, quella che dovrebbe essere una buona abitudine diventa una pratica imperativa in sede di analisi, ma non è solo l’algoritmo che deve essere accontentato, piuttosto gli utenti che visitano la pagina da smartphone o tablet.
Quali sono gli aspetti che dovremmo osservare da mobile? Troppi! Non serve che ripeta la velocità, la leggibilità dei contenuti… dovremmo saperlo, ma soprattutto dovremmo considerare che spesso gli aspetti più semplici sono tutt’altro che banali.
Un interessante spunto in tal senso arriva dall’amico ed imprenditore digitale Emanuele Tolomei a proposito della Thumb Zone.
Consideriamo ad esempio come gli utenti interagiscono con uno degli elementi fondamentali per la navigazione di un sito web: il menù. Cosa accade quando l’utente impugna lo smartphone con una sola mano?
Provate da un Galaxy S9 o un iPhone 8 Plus a cliccare sull’hamburger (link del menù da mobile) quando l’icona di questo è posta in alto a destra anziché al centro. Avrete la risposta.
Che dire della zona di scroll con il pollice? Ci sono zone superiori e inferiori dei nostri siti web che da mobile non vengono interessate dallo scroll e quindi dal click, un’occhiata a questo aspetto va posta in ottica di interazione con gli oggetti presenti sulla pagina e dove sono ubicati; tornando all’intento dell’articolo, dovresti andare a guardare se i competitor hanno dato rilevanza a questo aspetto che magari invece potresti essere tu a mettere in evidenza riducendo la possibilità che l’utente non interagisca con oggetti e bottoni importanti per te, ma posizionati al di fuori dell’area utile.
#3 Controlla la Popolarità del Titolare o Autore
Ci sono alcuni settori dove la popolarità del titolare di un’impresa o dell’autore dei contenuti, ha una rilevanza che deve essere in qualche modo presente nel panorama online. Ci sono nicchie o gruppi per i quali a parte il posizionamento organico c’è la tendenza a volersi informare sulla reale esistenza di un autore o sulla sua presenza attiva in quel settore; per coadiuvare in qualche modo la fiducia dopo aver visitato la SERP di un particolare intento.
Pensiamo al settore medico così come a quello legale, l’autore di un articolo su un blog di benessere oppure un avvocato che ha realizzato un articolo. Hai mai verificato la presenza online di qualcuno? In questo caso di un tuo competitor al di fuori del suo sito web?
Se analizzando la SERP sarai in grado di ottenere dei nomi di figure di riferimento, tuoi competitor online in quel mercato, potresti metterti nei panni di un possibile utente che si informa a riguardo. Se ci sono pagine o contenuti che popolano la ricerca, dando riprova che i tuoi competitor sono personaggi attivi nel settore; allora devi esserci anche tu. Non puoi rimanere indietro su questo aspetto se vuoi che ciò si rifletta sul posizionamento organico, ce lo dice Google perché ascolta gli utenti e come essi approcciano a una ricerca (sempre in considerazione del settore).
#4 Sii meno Replicabile possibile
Un’interessante aspetto che riguarda una parte più “offline” della tua identità, può riflettersi in modo sorprendente sulla permanenza a lungo termine del tuo sito web all’interno dei risultati organici. Ricordiamoci che il Competitor non va studiato solo in percezione degli aspetti puramente SEO durante un’analisi.
Benedetto Motisi, amico e collega per il quale nutro una stima immensa, ha parlato più volte di Replicabilità; ovvero quel fattore che ci rende unici e riduce al minimo le possibilità del competitor di emulare la nostra identità; offrendo così agli utenti un contenuto, un prodotto o un servizio unico ed esclusivo che sarà dunque difficile da replicare per il concorrente. È semplice comprendere come più elementi siamo in grado di fornire su questo aspetto e più aumenteranno le possibilità di essere visti come interlocutori di riferimento all’interno di un contenitore specifico.
Se dunque analizzando i tuoi concorrenti in SERP (ma anche quelli offline) dovessi notare degli aspetti realmente importanti in ottica utente, che solo tu sei in grado di offrire oppure che gli altri non hanno ancora implementato nella fruizione del contenuto stesso, puoi metterli in evidenza sul tuo sito e, se di reale valore, contribuiranno sicuramente a un posizionamento organico anche a lungo termine.
#5 Verifica URL e Struttura
Eccoci a un aspetto tipicamente SEO. La struttura dell’URL è uno dei tanti fattori da curare, soprattutto per non confondere il motore di ricerca ed ottimizzare le possibilità di essere collocati in una determinata SERP per una parola chiave o un argomento specifico. Mi è capitato più volte di confrontarmi con i colleghi circa la struttura più idonea da generare per la fruizione ottimale dei contenuti su un nuovo sito o su un sito che sta cambiando pelle.
C’è chi dice di organizzare scrupolosamente in categorie e sottocategorie per favorire tutta una serie di elementi utili sia al posizionamento che all’esperienza utente; c’è chi invece sostiene che strutturare una URL utilizzando categorie e sottocategorie, allontanando troppo la pagina dalla home, non sia una buona pratica per una rapida e proficua indicizzazione della pagina stessa.
Entrambe le opinioni trovano fondamento, come uscirne allora? La risposta si può trovare in diversi modi, ci sono migliaia di articoli a riguardo, il punto di vista che voglio proporti io è un altro… delegare alla SERP il compito di rispondere.
Ipotizzando che tu voglia posizionarti per una determinata parola chiave, controllando attualmente i siti presenti in quella SERP ti imbatterai nelle più disparate architetture e strutture di URL, bene… considera i primi risultati e cerca elementi comuni nella costruzione delle URL. Se quelle pagine sono posizionate è ipotizzabile presumere che la struttura adottata sia in linea sia con gli intenti di ricerca e con ciò che Google ritiene più opportuno a livello di URL.
Costruisci dunque il percorso delle tue URL in considerazione di come sono strutturate le pagine già posizionate in quella SERP ma sempre con un’abbondante manciata di buon senso rispetto a chi è il destinatario di quei contenuti e come vorrebbe presumibilmente trovarli organizzati.
Spero di averti fornito una piccola ma efficace panoramica su alcuni aspetti, spesso poco considerati, da non tralasciare durante lo studio della tua concorrenza online sui motori di ricerca. Grazie per la tua attenzione. Se vuoi puoi seguirmi sul mio sito www.enzomastrolonardo.it.
- 5 consigli per l’analisi dei competitor organici - 29 Ottobre 2018